La sezione specializzata in materia d'impresa del Tribunale di Milano ha accolto le richieste presentate da Kiko, rappresentata da Mondini Rusconi con un team formato dai soci Giacomo Bonelli, Fabio Ghiretti e Giorgio Mondini, sostenendo che Wjcon dal 2009 avesse replicato nei propri negozi il progetto di design di arredi di interni per monomarca stilato nel 2005 dallo studio Iosa Ghini Associati e utilizzato sin dal 2006 in 299 negozi in Italia di Kiko.
Il Tribunale di Milano ha ordinato a Wjcon, entro due mesi, la sostituzione dell’arredamento interno dei 120 negozi italiani copiati da Kiko, pena - in caso di inadempienza - una sanzione di 10mila euro per ogni negozio che al 60esimo giorno non fosse ancora stato modificato.
La sezione specializzata in materia d'impresa del Tribunale di Milano ha ritenuto che la concezione degli interni di un negozio può avere carattere creativo e originale meritevole della tutela del diritto d'autore, sentenziando che «il necessario (seppur minimo) atto creativo suscettibile di manifestazione nel mondo esteriore non può essere escluso soltanto perché l’opera consiste in idee e nozioni semplici» e «la creatività non è costituita dall'idea in sé ma dalla forma della sua espressione».
Il Tribunale di Milano ha valutato che nessun concorrente avesse prima «mai adottato nell’allestimento dei negozi una combinazione di tutti gli elementi in una chiave stilisticamente paragonabile a quella adottata nei negozi Kiko»; e che invece Wjcon si sia «appropriata del complesso di elementi che compongono il concept sviluppato da Kiko, con differenze del tutto irrilevanti rispetto alla ripresa pressoché integrale di tutti gli elementi».
Inoltre, Wjcon è stata condannata al pagamento di un risarcimento a favore di Kiko per 716mila euro.
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