di Valentina Magri e Claudia Ridolfo
I fondi di venture capital per investire nel biotech fanno riferimento a criteri ben precisi. «Bisogna prima valutare la tecnologia con esperienza verticale, ma allo stesso tempo si valuta la possibilità di arrivare a mercato con un profitto adeguato, considerando anche le competizioni in essere», afferma Giovanni Rizzo, partner del venture capital italiano Indaco Venture Partners sgr. Il tema dell’investimento nel biotech sarà approfondito martedì 19 marzo 2024 a Milano presso l’hotel Milano Scala all’interno del primo Life Sciences Forum di TopLegal. All’evento parteciperanno figure legali e di business di importanti aziende farmaceutiche e di medical device, medtech, biotech, fondi d’investimento e sarà sostenuto dai media partner AboutPharma e Italia Economy. Tra i relatori ci sarà anche Giovanni Rizzo.
In Italia, nel settore biotech, i round sono generalmente meno grandi se comparati a paesi europei leader del settore come UK, Olanda, Francia e Germania. «Tuttavia, nell’ultimo periodo, con la creazione di nuovi fondi dedicati al biotech, i round si stanno uniformando alla media europea. Inoltre, penso che l’Italia vanti di un grosso potere collaborativo, che di certo potrebbe favorire la crescita del settore e anche dei round», dichiara Rizzo.
Indaco Venture Partners investe sia in in early drug discovery che in fasi più avanzate, con allocazioni di ticket a partire da circa 500 mila euro per early discovery, fino ad arrivare ad un investimento massimo di circa 13-15 milioni di euro su singola partecipata. Il fondo Bio di Indaco ha una dotazione di circa 100 milioni al momento, ancora in raccolta, da investire in società che sviluppano terapie farmacologiche innovative. Questo include ogni tipo di tecnologia dalle piccole molecole agli anticorpi, terapia genica e cellulare. Non ci sono delle indicazioni cliniche preferenziali sebbene alcune ricevano un’attenzione particolare quali oncologia, infettivologia, indicazioni neurologiche e oftalmologia.
Infine, l’esposizione internazionale è molto importante per le startup del life science, al fine di agevolare la raccolta di capitali e le exit. Il partner di Indaco Venture Partners spiega a TopLegal: «L’esposizione internazionale permette di avere a disposizione un grande capitale da investire e anche di avere accesso a risorse, sia umane sia infrastrutturali, di notevole importanza. I coinvestimenti con investitori stranieri incrementano poi la qualità del deal».