di Valentina Magri e Claudia Ridolfo
L’emergenza climatica richiede un intervento su scala globale e l’Unione Europea, tramite il Green Deal, si è posta come obiettivo quello di ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 e di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. Questo ha generato la necessità di riqualificare il patrimonio esistente, che ad oggi per il 75% in Europa risulta inefficiente, e di progettare e realizzare nuovi asset, in grado di rispondere alle attuali sfide ambientali, sociali e sanitarie, riducendone il rischio di svalutazione economica. Inoltre, nel 2019 è stato implementato il regolamento Sfdr (Sustainable Finance Disclosure Regulation), con lo scopo di ampliare e standardizzare le informazioni relative ai processi di investimento Esg e nel 2022 la direttiva Csrd (Corporate Sustainability Reporting Directive), con l’obiettivo di garantire la trasparenza e l’accuratezza dei dati riportati, in particolare per quanto concerne la sostenibilità e la responsabilità sociale d’impresa. In questo contesto, «la richiesta degli investitori, in fase di sviluppo immobiliare, è quella di avere un supporto tecnico per rispettare le esigenze del mercato in termini di sostenibilità e quindi ottemperare a quanto stabilito dalle politiche europee», spiega Carmen Spagnoli, head of sustainability team di Lombardini22. Il tema sarà approfondito martedì 9 aprile 2024 a Milano presso l’hotel Milano Scala all’interno del primo Real Estate Forum di TopLegal. All’evento parteciperanno figure legali e di business di importanti aziende del settore e di fondi d’investimento e sarà sostenuto dal media partner Italia Economy. Tra i relatori ci sarà anche Carmen Spagnoli.
Le organizzazioni soggette all’obbligo di pubblicare informazioni di carattere non finanziario devono, quindi, dimostrare l’allineamento alla Tassonomia. In tale ambito, strumenti guida sono le certificazioni ambientali, lo strumento Crrem e l’analisi Lca (Life Cycle Assessment). Le certificazioni di sostenibilità sono strumenti riconosciuti a livello internazionale per la valutazione della qualità ambientale, ecologica e sociale nel settore edilizio. Basate su un sistema di rating, si compongono di strategie obbligatorie ed opzionali, che ne determinano il livello di certificazione e quindi di sostenibilità. «Il punto di forza di questi standard è sicuramente quello di poter confrontare la performance di edifici localizzati in paesi diversi, definendo delle linee guida comuni in termini di progettazione, costruzione e manutenzione. Nonostante abbiano una struttura simile, le certificazioni hanno focus diversi. Le certificazioni più diffuse in Italia sono Well, Leed e Breeam e negli ultimi anni, il WiredScore», dichiara la head of sustainability team di Lombardini22.
Le certificazioni trattano le tre dimensioni della sostenibilità, con particolare focus sull’aspetto ambientale e sociale. Per questo motivo, sono essenziali nel raggiungere gli obiettivi Esg, migliorando la resilienza degli edifici e sostenendo comunità più eque, in linea con la Tassonomia e l’agenda 2030. I protocolli Leed e Breeam sono fondamentali per l’aspetto ambientale (la “E” di Esg). Applicando queste certificazioni, le aziende possono infatti avere un risparmio economico, migliorare l'efficienza energetica e idrica, ridurre le emissioni di carbonio dei loro asset e creare luoghi più sani per le persone. Inoltre, forniscono un quadro di riferimento riconosciuto a livello mondiale, per la misurazione e la gestione delle performance immobiliari. Il protocollo Well è invece molto importante per l’aspetto sociale (la “S” di Esg). Gli obiettivi della certificazione sono migliorare la salute umana e promuovere una cultura del benessere, attraverso interventi di progettazione, protocolli di manutenzione e policy applicate all’edificio e ai dipendenti. Risulta evidente come le strategie di Well possano migliorare oltre alle prestazioni sociali anche quelle di governance (la “G” di Esg) di un'organizzazione. In aggiunta, le certificazioni contribuiscono in modo significativo al punteggio del Gresb (Global Real Estate Sustainability Benchmark). «Questa correlazione è molto importante in quanto il Gresb è alla base del benchmark Esg globale e del quadro di reporting orientato alle società immobiliari quotate, ai fondi immobiliari privati e agli sviluppatori e investitori del settore immobiliare», conclude Spagnoli.