Normative sempre più specifiche, servizi finanziari digitalizzati e l’affermazione della vigilanza sovranazionale sono le tendenze che hanno impresso vitalità e dinamismo al sottostante mercato legale. Nel biennio 2018-2020 i mandati di competition/Eu Law, regolamentazione dei servizi finanziari e assicurazioni sono stati complessivamente in netta espansione, sia nei volumi sia nelle caratteristiche delle assistenze. L’attività delle autorità indipendenti ha investito sempre più settori del diritto, dalla regolazione in senso stretto alle materie trasversali quali la concorrenza e la privacy.
In questo contesto la ricerca del Centro Studi ha rilevato un marcato consolidamento del presidio degli studi italiani. Se l'alta incidenza delle realtà italiane in classifica non è in sé un dato particolarmente significativo, l’indagine ha però messo in evidenza — rispetto all’ultima ricerca del 2017 — una crescita degli italiani sia per numerosità di attori sia per rilevanza, ossia in termini di considerazione presso i clienti. Il dato è confermato dalle evidenze del TopLegal Index Autorità Indipendenti che misura il peso specifico di ciascuno studio presente nella ricerca, evidenziando chi ha guadagnato quote e chi ha perso terreno (si veda tabella a pagina 66). Dei 12 studi che hanno migliorato il proprio posizionamento nel comparto rispetto alla ricerca del 2017, sette sono italiani, per ordine di incremento: Legance, Carbonetti, Tonucci, Pavia e Ansaldo, Cintioli, 3D Legal, Ddpv. Inoltre, ci sono quattro nuove insegne italiane rispetto alla precedente ricerca del 2017: Molinari, Trevisan & Cuonzo, Lener (la cui costituzione è successiva alla classifica del 2017) e
Macchi di Cellere Gangemi. L’avanzamento degli italiani risulta trasversale per cluster: accanto ad avanzamenti di fascia da parte di grandi studi (per esempio BonelliErede sale in competition e regolamentazione dei servizi finanziari; Gianni Origoni Grippo Cappelli e Legance migliorano in regolamentazione dei servizi finanziari), l’Index mostra che sono diverse le insegne medio grandi e medio piccole che migliorano complessivamente il proprio peso nel comparto.
Se gli studi italiani possono certamente fare leva su consolidate relazioni
con le associazioni del settore, si avvantaggiano però anche dello spazio lasciato libero sul mercato dalle insegne internazionali. Alcune realtà sono, infatti, uscite dalla ricerca o hanno perso sensibilmente peso specifico. Si nota inoltre che, nella parte alta del ranking, diversi studi internazionali sono scivolati di qualche posizione. Una dinamica che trova una spiegazione allargando lo sguardo alle politiche di posizionamento che caratterizzano le insegne internazionali, per le quali il presidio del comparto potrebbe non essere più in linea con le strategie commerciali e di marginalità. Questo è avallato dal fatto che il fenomeno si riscontra in particolare nella sottocategoria competition/Eu Law, ramo caratterizzato da margini meno elevati. Qui la presenza di insegne italiane è aumentata di oltre il 9% rispetto alla ricerca del 2017.
L’Index rileva comunque nuovi entranti anche tra gli internazionali, i quali sono spesso studi sbarcati più di recente in Italia (per esempio Herbert Smith Freehills e Mj Hudson Alma). Nel complesso lo scenario competitivo si è quindi intensificato: sia per la maggiore numerosità di insegne presenti, sia per la difficoltà mostrata dalla maggioranza del campione nel cambiare gli equilibri. Solo il 32% degli studi monitorati dall’Index ha migliorato il proprio posizionamento.
Nello specifico, nel competition/Eu law, il cluster che gode di maggiori riconoscimenti è il full service italiano capace di fornire contemporaneamente un’assistenza su misura e un approccio interdisciplinare. Rientrano in questo novero BonelliErede, Gattai Minoli Agostinelli, Gatti Pavesi Bianchi, Gianni Origoni Grippo Cappelli, Legance, Nctm, Pavia e Ansaldo e Chiomenti, che ha di recente integrato il team di diritto europeo di Gian Michele Roberti (ex Ejc Roberti).
La solida esperienza in ambito comunitario, abbinata agli elevati standard qualitativi, è il principale aspetto che guida i riconoscimenti per gli internazionali multipractice come Cleary Gottlieb, Freshfields Bruckhaus Deringer, Clifford Chance, Baker McKenzie, Dla Piper e Hogan Lovells.
Nonostante la sinergia di competenze integrate sia la componente maggiormente quotata in un settore tanto composito, il mercato ha assistito alla parallela emersione di alcune realtà dalle dimensioni più contenute ma fortemente specializzate. Si tratta di Cintioli e Macchi di Cellere Gangemi, che si affermano per l’autorevolezza nell’interlocuzione con le autorità. Nel medesimo segmento si consolida anche Lipani Catricalà, boutique riconosciuta dai clienti per l’expertise in ambito giudiziale.
Cresce rispetto al 2017 il numero di attori, e la pressione competitiva, anche nel ramo regolamentazione dei servizi finanziari. Tuttavia, allo stesso tempo si è registrato un aumento dei mandati sia quantitativo che qualitativo. Da un lato alcuni regolamenti e direttive (Mifid II, Remit, Mar, Emir Refit, Crr II, Crd V, Psd II) hanno costretto le aziende a individuare approcci differenti e soluzioni in grado di trasformare le sfide della compliance in opportunità, minimizzando gli impatti su costi e margini. Dall’altro, si è assistito all’espansione delle tecnologie come blockchain, sistemi peer-to-peer, pagamenti online per trasformare i modelli strategici delle imprese. Accanto ai consolidati nomi italiani del multipractice (BonelliErede, Chiomenti e Gianni Origoni Grippo Cappelli), si posizionano realtà come Hogan Lovells, Legance, Carbonetti, Clifford Chance e Fivelex, ai quali il mercato riconosce visione olistica e soluzioni innovative. Tra i nuovi entranti nella sottocategoria della regolamentazione dei servizi finanziari figurano Dentons, Orrick Herrington & Sutcliffe e Gatti Pavesi Bianchi: i general counsel ne apprezzano l’aggiornamento legislativo e la cura del cliente. La ricerca di un’offerta più efficiente e innovativa è passata, inoltre, per l’inserimento di nuovi professionisti altamente profilati. Si segnala il duplice passaggio di Marco Boldini proveniente da Pwc in Orrick Herrington & Sutcliffe con la carica di responsabile del dipartimento regulatory e fintech e di Eriprando Guerritore approdato da Paul Hastings in Gatti Pavesi Bianchi in qualità di head della practice fondi e regolamentare. Nel comparto assicurativo, nicchia per specialisti, delle otto insegne classificate, ben cinque sono di matrice italiana. Tra queste Molinari si distingue per l’approccio mirato a molteplici gruppi assicurativi. Chi spicca quale consulente privilegiato nel ramo è, però, Dla Piper, che in tre anni balza di venti posizioni nell’Index.
Il quadro di mercato e i risultati della ricerca del Centro Studi sono consultabili su TopLegal Guida e su TopLegal Review di agosto-settembre. La prossima ricerca, in uscita il 1 ottobre, sarà dedicata al settore Crisi e ristrutturazioni.