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Tempo di super consulenti

L’industry fa breccia tra i penalisti mentre si intravede il superamento della dicotomia boutique e full service

14-11-2019

Tempo di super consulenti



Dinamismo, specializzazione, consapevolezza. Ecco i tratti del penalista d’impresa oggi.

Nell’era della corporate compliance globale, in risposta alle mutate necessità imprenditoriali emerge una nuova specie professionale. È il “super consulente”.

Interlocutore multifunzionale e dall’approccio trasversale, l’avvocato non si limita all’attività tipica, in senso storico, del penalista. Entra in ogni ambito della vita aziendale, supporta il cliente nella costante attività consulenziale di carattere stragiudiziale, ne assiste le scelte strategiche.

Dopo anni di sostanziale stasi, si inizia a intravedere un parziale superamento dell’atavico dualismo nel comparto in esame. Studio multipractice con team dedicato esclusivamente al penale d’impresa, da un lato, e boutique iperspecializzata, dall’altro, non sono gli unici modelli che il mercato oggi offre.

La forte instabilità politica ed economica dell’ultimo decennio e il susseguente irrigidimento normativo figlio di un’ipertrofia legislativa hanno portato, infatti, a una progressiva maturazione, in seno alle aziende e società interpellate nella ricerca, di una spiccata sensibilità rispetto al rischio penale.

L’inasprimento delle sanzioni a opera della legge Spazzacorrotti e una procedura più snella in materia di misure di prevenzione, oltre che l’introduzione della disciplina sul whistleblowing in materia di segnalazioni di illeciti hanno determinato un incremento dei relativi procedimenti. Destinati ad impattare significativamente sul lavoro del penalista sono, poi, le annunciate modifiche della disciplina in tema di antiriciclaggio, nonché i risvolti in ambito 231 dell’attuazione della direttiva Pif in materia di tutela penale degli interessi finanziari dell’Unione Europea.

L’indagine di TopLegal rileva, quale conseguenza immediata di questo trend del mercato, un significativo aumento dei mandati, oltre che il consolidamento di una domanda crescente nel campo della consulenza preventiva, specialmente in occasione di operazioni straordinarie o di eventi di rischio.

L’elemento caratterizzante è, dunque, una sempre più consapevole crescita strutturale, nelle sue declinazioni di implementazione di qualità e competenze integrate.

Con grande frequenza, le imprese devono fronteggiare situazioni complesse e multidisciplinari in cui il penale rappresenta una parte degli aspetti da valutare o la lente attraverso la quale filtrare tutti gli altri. In buona sostanza, la dinamicità sta diventando una caratteristica tipica dell’avvocato penalista oltre che del mercato che a lui si rivolge.

Il dualismo superato?
Se da una parte si ha l’emersione di bisogno di multidisciplinarietà e di realtà strutturate, dall’altra il mercato dimostra di continuare ad avere grande fiducia nei tradizionali e consolidati studi specializzati, qualificati e innegabilmente competitivi dall’esperienza decennale.

Ne consegue un settore presidiato dalle insegne storiche del diritto penale italiano, quali Mucciarelli e Severino, che con l’elevato livello professionale associato ai professionisti puntano a un servizio altamente profilato sulle singole aree del diritto ambientale, bancario, tributario e societario commerciale. Seguite da studi come Alleva, Perroni, Bana e Diodà, che spiccano per la grande ricettività delle necessità degli assistiti, oltre che per la competenza, la tempestività e la proattività d’azione. Sulla base delle segnalazioni raccolte da TopLegal, accanto alle boutique tradizionali si collocano le grandi insegne italiane e internazionali. BonelliErede, Chiomenti e Dla Piper ne costituiscono il principale esempio. Capaci di fornire una consulenza trasversale e congiunta, sono infatti apprezzate per l’approccio concreto oltre che per la qualità di individuare e comprendere le esigenze del cliente, offrendo soluzioni strategiche di elevata efficacia e professionalità.

Sembra in via di superamento quindi la storica contrapposizione tra boutique e full service, giungendo a dividersi maggiormente il mercato. I clienti premiano, infatti, tanto l’eccellenza specialistica in termini di preparazione, track record e aggiornamento legislativo, quanto la capacità del professionista penalista di collaborare impostando un lavoro di squadra, interiorizzando le modalità di supporto al business dell’azienda. In altri termini, quello che i clienti chiedono non si riflette su un modello organizzativo predefinito. La scelta, infatti, di uno studio boutique non è più una scelta ovvia. Allo studio specializzato può infatti essere preferito lo studio strutturato capace di seguire il cliente in tutti gli aspetti del mandato.

Risposta consapevole
L’avvertita esigenza di strutture sempre più articolate, vicine al cliente e dall’assistenza diversificata ha comportato l’adeguamento in tal senso anche delle modalità di organizzazione interna, sia in termini gestionali che di erogazione delle prestazioni.

La domanda sempre in aumento di servizi penali integrati, dall’approccio sempre più tailor made, sembra dunque favorire tanto la nascita di dipartimenti dedicati al diritto penale d’impresa negli studi multipractice quanto lo sviluppo di alleanze tra studi. Si annoverano, a questo proposito, la collaborazione segnalata da Perroni con Cagnola e Iannaccone, o ancora, quella indicata da Isolabella con studi specializzati in diritto fiscale quali Virtax, Ludovici Piccone e Bes.

Al contempo si evidenzia in capo ai multipractice la progressiva tendenza a differenziare l’offerta. Il trend è quello di proporre un servizio che apporti tutte le competenze di cui lo studio dispone all’interno delle specifiche industry (moda, energy, etc.), non più quindi un’offerta che si basi su un criterio della expertise di riferimento. Con riflessi notevoli sulle modalità di approccio al cliente, che può così compiutamente beneficiare di tutte le competenze dello studio, sia in termini di efficacia dell’intervento che delle risorse impiegate.

In questa logica le realtà full service con al proprio interno un dipartimento penale hanno iniziato un processo di consolidamento delle proprie strutture. Tra i casi più recenti di questa tendenza, gli ingressi di Nicolò Pelanda e Matteo Uslenghi che sono entrati in Lca lasciando la boutique di cui erano name partner insieme con Massimo Dinoia e Fabio Federico. Tra gli ingressi chiave si segnalano, inoltre, quelli di Enrico Maria Mancuso in Pedersoli e di Matteo Vizzardi in Dentons. Nella stessa direzione, infine, l’arrivo di Jean Paule Castagno, passata da Clifford Chance a capo del dipartimento di diritto penale dell'economia e dell'impresa di Orrick.

Non mancano, inoltre, sia per l’universo boutique che per gli studi più strutturati la volontà di attingere a figure più junior attraverso i passaggi laterali per incrementare il supporto alla squadra. Si registra, ad esempio, il reclutamento di un praticante in BonelliErede, l’ingresso di tre associate e un praticante in Puccio, e di un associate e due praticanti in Giannangeli Consulich.

Seppur meno orientata al rafforzamento per settore di mercato, ma alla necessità di fornire assistenza sempre più strutturata e di qualità, si segnala la fusione tra Paolo Della Sala e Salvatore Scuto che nel 2018 hanno dato origine a Della Sala Scuto.

Discorso a parte va fatto invece per le boutique di dimensioni ridotte costruite intorno alla figura di vertice che iniziano a presentare criticità concrete sul fronte della sostenibilità. Si sono, infatti, verificate diverse uscite chiave, appartenenti alla seconda linea. Tra queste si segnala il duplice passaggio di Giuseppe Alamia e Luciano Pizzi che nei primi mesi del 2019 sono usciti dall’insegna Brusa Spagnolo Tosoni per fondare il proprio studio A&p Legal. E quella di Francesca Pedrazzi che entra come name partner in Pedrazzi Scudieri (prima Scudieri) lasciando Alberto Alessandri

 

 

La ricerca Penale del Centro Studi di TopLegal è disponibile su E-edicola e nella sezione Guida del sito TopLegal. La prossima ricerca dedicata a Tax sarà pubblicata su E-edicola il 1 dicembre, nonché ricompresa nella TopLegal Review di dicembre-gennaio.

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