Nel vorticoso mutamento normativo e interpretativo degli ultimi anni, dinamicità è sicuramente la parola d’ordine del settore dei servizi legali fiscali.
In un mercato maturo ma frammentato quale quello tributario, si registra una progressiva tensione all’identificazione dei nuovi bisogni dei contribuenti. Chiusa la stagione delle voluntary disclosure, l’assistenza ai clienti si è arricchita di aree strategiche quali gli aspetti relativi a rientro dei cervelli, antiriciclaggio, smart contracts e patent box. Sempre più sofisticata è la richiesta dei private clients e degli high net worth individuals nei vari settori dello sport, del design, dell’arte e del food.
La tendenza delle aziende alla globalizzazione e alla dematerializzazione ha poi portato alla definizione di accordi quadro in materia di fiscalità transnazionale che impattano, con declinazioni differenti nei vari Paesi, sull’operatività dei clienti. Si segnala a tal proposito il progetto Beps sul contrasto all’erosione della base imponibile, la direttiva Dac 6 sulla disclosure obbligatoria delle operazioni fiscali sospette, la normativa statunitense Fatca volta al contrasto dell’evasione fiscale. Da qui la necessità degli studi di ripensare il proprio posizionamento anche con riferimento all’offerta di servizi fiscali, inevitabilmente integrati con le altre practice legali. Queste dinamiche, che indicano una crescita della centralità per le aziende della consulenza fiscale, non sono però tali da generare mutamenti negli equilibri nel mercato: rimangono abbastanza invariati nel loro posizionamento e segmentazione di mercato i principali modelli di offerta di servizi.
Offerta sartoriale e integrata
Dall’indagine del Centro Studi di TopLegal emergono tre elementi, che oggi, più di altri, concorrono all’evoluzione del settore. Il primo è la ridefinizione del servizio offerto al cliente, che dia soluzioni complete e per il rispetto della normativa e per lo sfruttamento delle opportunità. In secondo luogo, la competizione fiscale internazionale non si gioca più con dei semplici ribassi di aliquote, bensì con l’introduzione di regimi fiscali speciali per attrarre il movimento di capitali finanziari e umani: qui si aprono spazi di ottimizzazione attraverso una pianificazione innovativa. Infine, la polarizzazione dell’attività verso studi specializzati e consolidati, a discapito di strutture meno qualificate, che più difficilmente possono investire in ricerca e formazione.
A fronte della richiesta di un servizio più sartoriale, il fiscalista ha iniziato ad assumere un ruolo via via più globale nell’ambito della consulenza, abbandonando la peculiare natura di specialista di nicchia e tramutandosi in un professionista dalla visione olistica e sinergica.
L’erogazione di prestazioni legali fiscali ottimali richiede la predisposizione di una struttura organizzativa interna che superi i rigidi formalismi delle diverse practice, offrendo elevata professionalità trasversale e multidisciplinare. Molti studi si sono quindi riorganizzati per industry e per dedicate service line. I dipartimenti di consulenza fiscale hanno iniziato a sviluppare, nell’ambito di un’area di per sé già molto specialistica, dei gruppi di lavoro focalizzati su sottocategorie della fiscalità, come il transfer pricing, il wealth planning, la fiscalità finanziaria. Un modello sempre più orizzontale, dunque, dove ad essere valorizzata è proprio la competenza tecnica ed organizzativa del team. Ciò che rileva non è, cioè, il solo sapere specialistico, ma anche (e di più) la capacità dell’intera struttura, con le proprie risorse umane, a fungere da consulente affidabile e dall’approccio integrato.
Tuttavia, l’equilibrio non è così semplice. Il confine tra sinergia tra practice e istituzione di nuovi dipartimenti è molto sottile. Se dal mercato arriva una forte spinta alla trasversalità, travalicare detto confine espone a criticità da non sottovalutare: lo studio, fuoriuscendo dal proprio perimetro squisitamente fiscale, potrebbe incorrere nel rischio di attenuare la forza trainante da specialista nel settore e l’esclusività riconosciutagli dal mercato.
Un mercato tripartito
Il trend evidenzia un ampliamento della domanda nell’assistenza straordinaria e nel real estate, una diversificazione delle richieste e una spiccata specializzazione su nicchie di servizi ad alto valore aggiunto (internazionalizzazione delle imprese e gestione cross border di passaggi generazionali). Parallelamente, si assiste a una lieve flessione del contenzioso, attribuibile alle diverse forme di definizione agevolata introdotte recentemente dalla nota “pace fiscale”. Ne consegue un settore tripartito, presidiato dalle insegne italiane strutturate e consolidate come BonelliErede, Ludovici Piccone e Maisto. In grado di fornire assistenza specialistica, riescono a soddisfare le singole necessità degli assistiti combinando elevati standard qualitativi, tempestività e multidisciplinarietà. Sono molto attive inoltre realtà specializzate e autorevoli quali Baker McKenzie, Chiomenti, Di Tanno, Dla Piper e Tremonti Romagnoli Piccardi, che emergono per la solidità e l’esperienza in ambito nazionale ed estero. Il secondo filone degli specialisti vede spiccare alcune boutique — quali Facchini Rossi Michelutti, Loconte e Salvini — dall’approccio mirato e dinamico, improntato sull’aggiornamento legislativo e sulla cura del cliente, in particolare nel contenzioso tributario. Nonché professionisti quali Sara Armella, dell’omonimo studio, Luigi Belluzzo dello studio Belluzzo e Maricla Pennesi di Andersen Tax & Legal, riconosciuti per la proattiva dedizione e competenza.
Il terzo gruppo ha infine per protagoniste le Big Four: Ey Law, Kpmg – Tax & Legal, PwC, Sts Deloitte.
Queste realtà occupano posizioni di rilievo sulle tematiche di compliance, fiscalità internazionale e transfer pricing. Il network globale e l’organizzazione gestionale consentono loro di essere gli interlocutori prediletti nei servizi di due diligence o cross border con la capacità interpretare e analizzare informazioni e trend.
La chiave è nel rafforzamento
La ricerca di un’offerta di assistenza più efficiente ma sempre di elevata qualità è passata per l’inserimento di nuovi professionisti altamente profilati. Si segnala Led Taxand, che ha inserito undici soci provenienti da Fantozzi, Grande Stevens, Hager, Paul Hastings e Simonelli. E il passaggio di Roberto Egori, dopo anni in Freshfields Bruckhaus Deringer, a Linklaters con la carica di responsabile del dipartimento fiscale. Tra le nuove insegne che approdano in questo settore si cita Infranca, fondata da Giorgio Infranca proveniente da Biscozzi Nobili. Degno di nota, inoltre, lo spin-off tra Livia Salvini e Gabriele Escalar che hanno dato vita nell’aprile 2019 a due nuove distinte associazioni, Salvini e Escalar.
La ricerca Tax del Centro Studi di TopLegal è disponibile su E-edicola e nella sezione Guida del sito TopLegal. La prossima ricerca dedicata a Corporate/M&A e Private Equity sarà pubblicata su E-edicola il 1 febbraio, nonché ricompresa nella TopLegal Review di febbraio-marzo.
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